«Quindi sì una valutazione, sì un riconoscimento, ma a servizio della scuola, non mettendo l’uno contro l’altro, ma migliorando complessivamente. Ma l’ideologia lo nega. Chiudo su un punto. Tu dici: “una neolingua”. Hai ragione: secondo me, oggi, la critica alle politiche dominanti è prima di tutto una battaglia lessicale, per riappropriarsi del senso delle parole, che sono state stravolte. In alcuni casi, sono state chiamate a prostituirsi rispetto ad altri significati, estranei alla parola stessa. ”Merito”, ad esempio, è una bellissima parola. A me piace molto, è scritta in Costituzione. Storicamente, si è sempre battuta con “privilegio”. Voglio tanto bene a questa parola che me la immagino come una persona, come una bella signora, che si è dovuta sposare con un’altra parola, con “kratos”, producendo la “meritocrazia”. Secondo me, questa signora si trova molto male con questo marito, “kratos”. Vorrebbe separarsi. Vorrebbe accompagnarsi con la libertà, perché poi in fin dei conti, si studia per non piegare la testa, per migliorare la propria vita e quella degli altri. Per non rinunciare a cambiare il mondo.»
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1. Buona scuola o neolingua? – 0’ 0”
2. Il termometro (test standardizzati) – 9’ 52”
3. Serie A e serie B – 18’ 40”
4. Non è un paese per studenti – 31’ 54”
5. La CRUI vive e lotta … con chi? – 43’ 03”
6. Io sono ANVUR, figlio di MIUR – 52’ 37”
7. Per fortuna diventeremo (quasi) immortali (IIT-Technopole) – 1h 05’ 2”
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Intervista-dibattito in 7 quadri con Walter Tocci
Moderatore: Giuseppe De Nicolao (Università degli Studi di Pavia, ROARS)
Lunedì 21 marzo 2016 – ore 11:00, Sala conferenze del Broletto, 27100 Pavia
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Human Technopole: un articolo del rettore lo aspettavo, ma non questo
L’articolo del Rettore sul Corriere della Sera – un articolo del rettore lo aspettavo, speravo che il rettore prima o poi lo scrivesse – non è per me una richiesta forte.
Non trovo forte che il rettore di un ateneo cerchi spazio sui mass media e scriva che anche il suo ateneo dovrebbe essere al tavolo di Technopole. Che abbiamo indicatori che lo testimoniano. Che se fossimo più svincolati dalla pubblica amministrazione saremmo bravi come Cingolani.
Avrei trovato forti altre parole che speravo di leggere, ma che non sono state scritte. Di un rettore che parla ai lettori e non ad altri. Che dice ai cittadini che queste operazioni non funzionano da nessuna parte del mondo su un contesto accademico depauperato e denervato (se no hanno uno scopo omicida), che non possono essere una gara a chi ha le entrature più profonde nel partito di maggioranza, a chi si rimangia meglio l’analisi dei problemi di fondo del sistema e i rischi insiti della scelta di governo.
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