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Tirando le somme di questa campagna elettorale unica nella storia dell’ateneo devo dire che mi è piaciuta molto la disponibilità totale dei candidati a confronti aperti.
Le mie riflessioni su questa campagna elettorale come appartenente al personale tecnico amministrativo sono che:
Nessuno dei candidati ha in previsione il cambio dello statuto affinché ci sia più presenza della forza lavoro negli organi di governo; in effetti non esiste azienda che permette ai propri lavoratori di votare la dirigenza, quindi riteniamoci fortunati di avere il nostro piccolo 25%.
A questo punto, accantonata l’illusione del senso di appartenenza e presa coscienza di essere un ape operaia spero che il nuovo candidato ci abbia a cuore e abbia sensibilità di ascolto.
Si è parlato tanto di internazionalizzazione, ma prima di pensare a come ci vedono gli altri fuori ho riflettuto sul noi dentro. E a tal proposito il caso Boldri mi sembra il più emblematico da portare ad esempio.
Vorrei che si puntasse molto sulla qualità della docenza in modo che questa sia molto più monitorata che in passato per evitare che scandali come “Boldri” non abbiano a ripetersi, perchè non posso credere che nelle valutazioni degli studenti eseguita negli anni passati non sia mai stato segnalato un decadimento della qualità formativa attribuita al docente. Ritengo che se gli organi di competenza avessero avuto il coraggio di intervenire a suo tempo si sarebbe evitato, in primis l’umiliazione dell’uomo e poi lo scandalo attribuito all’ateneo.
Ringrazio i fondatori del circolo Agorà per aver creato questo modo di confronto libero dal fardello dei pregiudizi di casta.
Ho sentito tante parole politiche che dovranno trovare riscontro nel dopo elezioni.
Molti di noi saranno pronti a monitorare su quanto promesso.
La proposta del feedback mi è sembrata interessante e vediamo se verrà mantenuta.
In questo momento ritengo che l’ateneo per cui lavoro abbia bisogno di un uomo che abbia capacità organizzative, politiche e pratiche e che sappia circondarsi di persone valide per poter, nei soli 6 anni a sua disposizione, risollevare l’ateneo dall’interno e farlo emergere per poter internazionalizzarlo sul serio.
VEDREMO
avendo assistito all’ evento posso esprimere le mie personale conclusione sulla campagna elettorale?
Penso sia utile scambiarci commenti sull’incontro di venerdì. Butto lì qualche pensiero. Notavo già con altri che non si è forse mai assistito a una campagna elettorale così pubblica e così sviluppata. Bisogna dare atto ai candidati di essere stati tanto disponibili, e venerdì è stata una prova abbastanza dura. È vero che questa è la conseguenza della situazione attuale della struttura universitaria: fine delle facoltà, “liquefazione” delle strutture precedenti e tentativi di nuove definizioni, ecc.; sono curioso si sapere cosa succede in altri atenei (a Torino campagna appena finita, a Trieste in corso), perché ho l’impressione che Pavia abbia qualche carattere particolare, un ambiente più piccolo e più isolato, un impaccio a delineare nettamente le linee di tendenza, a rendere espliciti schieramenti e visioni. È comunque ottima cosa che ci si abitui a parlare e a confrontarsi, molto buono a mio parere il nostro incontro, proprio per la sua non formalità: è stato molto vivace, molto sentito, non rituale. Lo giudico un buon segno per l’ateneo; un mio vicino ha detto: questi sono i fans dell’università, quelli che ci tengono. Penso sia anche servito a farsi un’idea delle candidature, in direzioni diverse. Perché è vero che il lungo dibattito elettorale ha avvicinato molto le posizioni, su molti temi (nessuno può più dire che non considererà la presenza di genere, ecc.; oppure, vorrei sottolineare, nell’esposizione tutti dicono che la distribuzione delle risorse non sarà a pioggia, ma nemmeno può penalizzare le aree “deboli”), ma è anche vero che si sono messe in luce, con limiti e pregi variamente distribuiti, le personalità dei candidati.
Andrei avanti così: condividiamo la discussione, facciamo vivere il rispetto reciproco di chi lavora per l’ateneo. Tra noi ci saranno scelte elettorali diverse, ma l’agorà sarà indispensabile.