Ritengo che allo stato attuale dell’elaborazione si rischi ancora un errore metodologico che, se non corretto in tempo, potrebbe compromettere la pur lodevole iniziativa.
Mi pare che non sia stata tracciata chiaramente la distinzione tra un “libero concorso di idee” da cui far emergere un potenziale progetto e lo “studio di fattibilità” di un progetto non ancora perfezionato, ma sgrossato a grandi linee. Segno di questa contraddizione è la richiesta implicta nel messaggio del Rettore di una “SWOT analysis”, che è opportuna per uno studio di fattibilità, quando almeno il tema del piano sia stato individuato e con esso un budget di riferimento, ma può essere fuorviante, se non dannosa, nella fase di pura elaborazione e ricerca di un tema strategico, in cui valgono di più le competenze e la chiarezza di concezione che le (inevitabili) debolezze delle strutture coinvolgibili.
Una indicazione finanziaria di massima, di cui però non si ha sinora notizia, sarebbe comunque utile in entrambe queste fasi, che però andrebbero—come dicevo—logicamente e temporalmente distinte.
Aggiungerei infine un potenziale conflitto tra questa, pur incompleta, iniziativa e quella del Fund Raising Istituzionale, il cui bando si è chiuso il 15 Giugno 2014. In tempi finanziariamente così incerti la moltiplicazione delle iniziative può risultare in una debilitante frammentazione delle risorse disponibili.
Temo che se queste distorsioni di prospettiva non saranno corrette in tempo, il Piano Strategico, pur lodevole e innovativo, possa perdere quel carattere dirompente e aggregante insieme che il Governo dell’Ateneo intende (saggiamente) conferirgli.