“Let me know if there’s any dancing in the streets of Valparaiso, Pisa, Golden or Istanbul“: cosa hanno in comune queste città che Richard Holmes cita nella chiusa del suo ultimo post sul blog University Ranking Watch? Sono tutte sedi di università che secondo Times Higher Education (THE), producono ricerca scientifica di impatto stellare. Infatti, nella classifica citazionale di THE, tutte e quattro si prendono il lusso di battere Oxford che è “solo” 24-esima, mentre Cambridge non entra nemmeno nella top-25. La rivincita degli outsiders? Oppure l’ennesimo problema con un indicatore citazionale raffazzonato che già aveva messo in imbarazzo THE quando nel 2010 Alessandria di Egitto era stata proiettata nell’Olimpo della top 200 grazie all’exploit bibliometrico di un singolo ricercatore che pubblicava a raffica nella rivista (edita da Elsevier) di cui era Editor-in-Chief? Beffardamente, Holmes ci tiene sulle spine e si limita a scrivere: «There will be an explanation in the next post».
Richard Holmes è uno dei migliori esperti di classifiche internazionali degli atenei. Dal 2006 ad oggi il suo blog University Ranking Watch è una miniera di analisi dettagliate che spesso sfociano in mpietose critiche nei confronti degli spregiudicati fabbricatori di “University Rankings”. Tra tutti i suoi post, rimane memorabile quello del 17 ottobre 2010 (Debate, anyone?) in cui, pochi giorni dopo la pubblicazione dei primi THE World University Rankings, Holmes spiegava per filo e per segno le ragioni dell’entrata di Alessandria di Egitto nella top-200 della classifica mondiale ed il suo clamoroso quarto posto nella classifica dell’impatto citazionale, davanti a Stanford, Rice e Harvard.
Quest’anno i quotidiani italiani non hanno quasi fatto in tempo a gioire per l’inaspettata comparsa della Scuola Normale Superiore di Pisa nella top-100 mondiale che Richard Holmes pubblica un post (Which universities have the greatest research influence?) in cui addita ai suoi lettori le stranezze della classifica appena uscita, inserendo tra i casi sospetti proprio il caso della Normale di Pisa:
So let’s have a look at the top 25 universities in the world this year ranked for research influence, measured by field- and year- normalised citations, by Thomson Reuters.
Santa Cruz and Tokyo Metropolitan have the same impact as MIT. Federico Santa MariaTechnical University is ahead of Princeton. Florida Institute of Technology beats Harvard. Bogazici University and Scuola Normale Superiore do better than Oxford and Cambridge.
Non senza ironia, Holmes gira il dito nella piaga della debolezza scientifica dello score citazionale che costituisce uno degli ingredienti principali dei THE World University Rankings:
Times Higher Education (THE) claims that its Citations:Research Influence indicator, prepared by Thomson Reuters (TR), is the flagship of its World University Rankings, It is strange then that the magazine has never published a research influence ranking although that ought to be just as interesting as its Young Universities Ranking, Reputation Rankings or gender index.
Quale sarà la spiegazione di questa “rivincita degli outsiders”? Riguardo alla Normale di Pisa, Holmes solleverà la stessa obiezione di Roars, ovvero che non soddisfa i requisiti formali per parecipare alla gara, perchè non rilascia “undergraduate degree” ma solo titoli di dottorato?
Per ora Homes ci tiene sulle spine, scrivendo «There will be an explanation in the next post». E intanto ci chiede di fargli sapere
if there’s any dancing in the streets of Valparaiso, Pisa, Golden or Istanbul