Le recenti politiche governative in materia di università, con il taglio delle risorse e l’imposizione di una connotazione fortemente competitiva agli atenei, stanno profondamente cambiando la vita dei docenti universitari dal punto di vista sia della ricerca, sia della didattica, sia anche dell’impegno burocratico, sempre crescente. L’ateneo pavese ha risposto a queste sollecitazioni in modi diversificati, suscitando apprezzamenti ma anche critiche.
La redazione del circolo Errera ha così creduto opportuno aprire un forum di discussione al fine di facilitare uno scambio ad ampio raggio di opinioni e di incoraggiare proposte costruttive ma anche eventualmente critiche.
Al fine di favorire la libera discussione i post non saranno firmati, previo un controllo da parte della redazione volto a selezionare esclusivamente informazioni, analisi e proposte che aiutino a capire il presente e che siano utilizzabili per disegnare strategie future.
NOTA: Nonostante nel modulo commenti appaiano il campo nome ed il campo email, non è necessario compilarli per lasciare un commento.
Scatti e progressione stipendiale: dove vanno i soldi?
Utilizzando lo “stangatometro” pubblicato su Roars, è facile farsi un’idea dei soldi risparmiati dall’università sui nostri stipendi. Ipotizzando la mia posizione come “media” (associato V classe nel 2010) e ipotizzando che siano 1000 i docenti, il risparmio dell’Ateneo tra 2011 e 2018 è di 39.717.000 (trentanove milioni settecentodiciassettemila) Euro.
Naturalmente, i docenti sono meno di 1000, molti sono andati in pensione trasferendo il “guadagno” all’INPS, la mia posizione può non essere “media” etc., uttavia è pensabile che il risparmio reale per la cassa universitaria pavese possa essere almeno dell’ordine dei 20 MEuro. In assenza di correttivi di legge (questo è lo scopo principale dello sciopero attualmente in corso) questa situazione di guadagno verrà mantenuta negli anni a venire, con vantaggi evidenti per le università e svantaggi altrettanto evidenti per il personale docente. La mia perdita complessiva a fine carriera sarà superiore a 88.000 Euro.
Intervengo su una questione grave, che ci consente di riflettere più ingenerale su problemi dell’Università e della citta.
Molti di noi hanno appreso, anche da un trafiletto comparso sulla “Provincia Pavese”, della presentazione e discussione al Collegio Valla (collegio dell’Edisu) di un libro che nega sostanzialmente ad un tempo i valori fondanti alla base del rispetto dei diritti civili delle persone, e verità storiche dimostrate.
Un’iniziativa del genere non si può difendere richiamandosi all’autonomia del collegio, come pare abbia fatto il Rettore del Collegio, né tanto meno richiamandosi alla libertà di espressione.
È stato detto che sono intervenuti l’UDU, Coordinamento per il diritto allo studio, e il Rettore, per fermare l’iniziativa. Qualcuno ne è informato e ha notizie più circostanziate?
Qualcuno è informato di come si è svolta ieri la discussione al Collegio Valla?
Questo grave episodio getta anche una luce negativa sul problema del sistema dei Collegi universitari, una risorsa e ricchezza dell’Ateneo e della città, che, dopo tante chiacchiere sui Collegi come la nostra eccellenza, tuttavia non riesce a fare quello che dovrebbe fare, cioè “sistema”.
Silvana.
Condivido pienamente il pensiero di Silvana e credo che l’episodio non possa essere liquidato invocando semplicemente la libertà di espressione a difesa di qualunque tesi. Qui e’ in gioco il tema fondamentale del dialogo tra persone e la tolleranza per tesi diverse. Qualunque tesi puo’ essere degna di dialogo? E’ un tema centrale della democrazia e dato che abbiamo un ruolo di un certo peso nella scuola , direi che rappresenta anche un punto centrale della nostro lavoro educativo. Vi chiederei di leggere le pagine scritte da Claudio Magris nella sua “La storia non e’ finita..” Ecco mi sarebbe piaciuto leggere, oggi sulla provincia pavese, una risposta di questo tipo.
Ecco il commento che si legge su La Repubblica di Milano. E’ così che vogliamo si parli della nostra Università?
http://milano.repubblica.it/cronaca/2017/05/15/news/presentazione_libro_casa_editrice_franco_freda_universita_pavia-165518899/?rss
Oggi è stato reso noto il prospetto con numero di progetti presentati per Blue Sky, numero di progetti ammissibili alla preselezione e numero di progetti finanziabili, il tutto suddiviso per macroaree e per Established/Young: e’ impressionante vedere che per l’area tre (sc. Umanistiche e sociali) ci siano 9 finanziamenti disponibili per 23 domande di established e solo 2 per 26 domande di giovani. La sproporzione nella disponibilità era nota, ma ora, considerando le attese e le capacità propositive dei giovani, e’ ancora più eclatante. Alcuni di questi 26 giovani già lavorano all’estero e magari con lo stesso progetto vinceranno poi un bando europeo… Un’altra occasione perduta.
Cara Daniela, mi sembra che emergano chiaramente i gravi problemi che un altro collega aveva segnalato in un intervento sul forum il 27 aprile
Dove si trova il link a questo prospetto?
Grazie
Vi riporto il resoconto oggettivo ed esaustivo di una senatrice, che ringrazio.
E’ stata approvata dal Senato con un largo consenso e poche astensioni la seguente proposta.
Per l’ottenimento dello scatto triennale dovranno essere soddisfatti almeno 2 dei seguenti 3 requisiti:
1) attività di ricerca: presentare nel triennio almeno due prodotti validi per la VQR e presenti in IRIS (tra questi dovrebbero essere inclusi anche i brevetti, mentre 1 monografia dovrebbe equivalere a 2 articoli; in aggiunta non ci sarebbe il vincolo, valido nella VQR, che un prodotto di più autori possa essere fatto valere per un solo autore)
2) attività didattica:
– per ordinari e associati: avere svolto una media nel triennio di 90 ore se a tempo pieno e 80 se a tempo definito. Per didattica si intende la didattica curricolare di I e II livello nonché la didattica frontale di TFA, dottorati, scuole di specializzazione legali e mediche, che non va in SIADI, ma è comunque certificabile attraverso una programmazione.
Per i corsi curricolari vige la clausola del raggiungimento di una valutazione media, ponderata per il numero di CFU, maggiore o uguale a 7 nelle domande su chiarezza espositiva e capacità di suscitare l’interesse dello studente nei questionari valutativi degli studenti. Questo non vale per i corsi che non vanno in Siadi e che quindi non hanno questionari.
– per i ricercatori: 60 ore di didattica se a tempo pieno e 50 se a tempo definito. Per i ricercatori, oltre alla didattica curricolare e frontale (sempre con il vincolo della media del 7) verrà presa in considerazione anche la didattica integrativa [mio commento: il riconoscimento della didattica integrativa non vale per gli associati. Questo pone un problema non indifferente a Studi umanistici, dove lettorati come latino per principianti, 12 CFU, sono stati fino ad ora coperti da docenti. Si tratta di una funzione molto importante, che ora, essendo considerata didattica integrativa, rischierà di essere coperta in modo meno soddisfacente] .
3) attività gestionale: aver ricoperto per almeno 2 anni nel triennio la carica di Rettore, Prorettore o Delegato, Direttore di Dipartimento o Preside di Facoltà, Presidente del NUV, Presidente del Consiglio didattico, Coordinatore del Presidio di Qualità. [Il CdA ha inserito nelle cariche gestionali senatori e membri dello stesso CdA].
L’attribuzione dello scatto avviene a domanda e dietro presentazione entro 6 mesi dalla data di maturazione del triennio di una relazione sull’attività svolta che deve essere approvata dal Dipartimento di afferenza di ciascun docente. La pratica sarà poi oggetto di esame da parte del NUV al quale spetta la proposta di attribuzione/non attribuzione dello scatto che verrà poi in via definitiva assegnato a seguito di delibera del CdA.
In caso di valutazione negativa, la richiesta potrà essere reiterata dopo che sia trascorso almeno un intero a. acc. e il triennio soggetto a valutazione verrà conseguentemente ridefinito. Ovviamente sono previste riduzioni del triennio soggetto a valutazione per aspettative per malattia, congedi di maternità, aspettative e congedi per motivi di studio e ricerca (in questo caso la riduzione riguarda soltanto il requisito dell’attività didattica), non per le aspettative e i congedi per lo svolgimento di attività o cariche presso soggetti pubblici o privati.
Credo che la marcia della scienza e altre iniziative encomiabili sull’ importanza della scuola e della cultura nel determinare il livello di civiltà di un paese debbano continuamente misurarsi con le politiche
realmente avviate dai governi sovranazionali, nazionali e locali. I numeri ci aiutano a leggere le politiche
che vengono attuate e offrono spunti per una discussione che ci dia elementi di verità e riduca la confusione. La tabella (dati Eurostat) illustra ad esempio l’andamento della percentuale di spesa pubblica destinata alla formazione primaria, secondaria e terziaria in Italia in altri paesi europei. Numeri che sicuramente offrono uno spunto per una discussione sulle politiche in atto e sulle loro conseguenze.
E’ stato approvato dal Senato Accademico e dal Consiglio di Amministrazione il regolamento per l’attribuzione degli scatti stipendiali dei docenti UNIPV ma non è ancora stato reso pubblico. Qualcuno è in grado di dirci quali siano i punti essenziali di questo regolamento?
Siamo nelle fasi finali della preparazione dei progetti Blue Sky che secondo me presentano molti aspetti degni di discussione. Mi permetto di porre alcune riflessioni e suggerimenti:
1. Il finanziamento competitivo, con risorse interne, dovrebbe poter contare sulla sua riproposizione nel tempo, così da dare ai partecipanti la certezza che potrà esserci una nuova opportunità di finanziamento, se si fallisce al primo tentativo. Lo stato perenne di incertezza sulle normative e sui finanziamenti rappresenta un ostacolo grave ad una seria pianificazione del nostro lavoro. Questo e’ un lavoro che richiede strategie e impegni di lungo periodo; sembra un concetto ovvio ma credo valga davvero la pena di riaffermarlo.
2. Esistono esempi di bandi competitivi in altre Università, che non richiedono, per la valutazione, un nuovo oneroso intervento di enti terzi. Vengono, infatti, approvati progetti che pur non essendo stati finanziati per carenze di risorse , ne hanno già ottenuta un’ottima valutazione scientifica da enti esterni. Vedi bandi competitivi interni di Milano Bicocca.
3. E’ un po’ velleitario pensare che con cifre modeste, quali quelle messe a disposizione, si possano finanziare progetti veramente nuovi. E’molto importante che si individuino in anticipo le tradizioni di ricerca di qualità e in evoluzione che si stanno spegnendo per un lento estinguersi delle risorse.
4. Profondamente sbagliato, secondo me, creare un sistema competitivo interno, in cui, in assenza di una valutazione scientifica peer review indipendente, colleghi dello stesso dipartimento e il direttore siano incaricati di selezionare I progetti per successiva valutazione. Introdurre elementi di competizione, sulla base di criteri complessi e confusi, in un sistema in progressivo declino delle risorse e crescente carico burocratico rischia di corrompere pericolosamente le relazioni interne e precludere l’obiettivo di aumentare la coesione interna.
In questo momento la coesione interna e l’individuazione di valori comuni dovrebbero diventare gli obiettivi prioritari.
Condivido tutti i punti sollevati. Particolarmente preccupante è il clima conflittuale che, a seguito di iniziative come Blue Sky e i Progetti Strategici , si è creato all’interno dei Dipartimenti e fra Dipartimenti.
E’ giusto che l’Università investa nella ricerca ma i requisiti richiesti per la partecipazione e le modalità di valutazione sono stati, in entrambi i casi, inadeguati. Il risultato dei Progetti Strategici è sotto gli occhi di tutti. Stiamo a vedere l’esito di Blue Sky.
Occorre anche considerare l’aumento del carico burocratico-amministrativo pro capite. Il personale in carico ai Dipartimenti è diminuito a fronte di irragionevoli richieste da parte del ministero. Esempio: richiesta da parte MIUR di trasmettere tutto il materiale contabile (peraltro già inviato a suo tempo) relativo ad un progetto concluso nel 2008 e già completamente rendicontato. Il personale coinvolto all’epoca è in gran parte in pensione e i Dipartimenti coinvolti non esistono più…
Un declino impressionante!
Questi due grafici riportano l’andamento dell’organico docente a livello nazionale e per l’ateneo pavese.
https://www.circoloerreraunipv.it/wordpress/wp-content/uploads/2017/04/OrganicoNazionale.jpg
https://www.circoloerreraunipv.it/wordpress/wp-content/uploads/2017/04/OrganicoPavia.jpg
La redazione
Organico:
Dal sito del MIUR risulta che al 31/12/2006 l’organico del personale docente delle Universita’ statali era di 59.269 persone e al 31/12/2016 era di 50.902 con una perdita del 14.2%.
L’Universita’ di Pavia al 31/12/2006 aveva 1114 docenti e al 31/12/20016 ne aveva 911 con una perdita del 18.3%.
Sarebbe utilissimo avere un profilo del declino, anno per anno, correlandolo alla gestione politica del fenomeno a livello nazionale e locale
Ciao a tutti.
Provo a rispondere – parzialmente – alle domande poste dal lettore:
1. All’indirizzo http://cercauniversita.cineca.it/php5/docenti/cerca.php ci sono tutti i dati possibili. Si deve fare forse un po’ di “fatica” per estrarli per anno pero` nemmeno tanta… Qualche mese fa avevo iniziato a farlo per il dipartimento di Matematica: a fine 2012 eravamo 50, oggi siamo 43 (di cui un PO all’estero da tre anni) (-14%). Sicuramente il collega De Nicolao aveva preparato dei grafici relativi alla nostra Universita`.
2. Perche` vogliamo farci ancora piu` male? 😉
Grazie a Errera per il lavoro che fa!
Raffaella
Cari colleghi del circolo Errera credo che sia una buonissima idea quella di aprire un forum di discussione su questioni di politica universitaria locale e nazionale.
Io vorrei usare questo spazio per porre domande aperte, sperando che qualcuno abbia delle informazioni.
1. Si conoscono i numeri precisi di come sia cambiato il numero dei docenti dell’università italiana negli ultimi dieci anni? E’ possibile confrontarlo con i cambiamenti avvenuti nell’Università di Pavia?
2. Nel caso fosse possibile avere questi numeri, sarebbe possibile predisporre, almeno per Pavia, delle proiezioni dell’anadamento nei prossimi 3 anni, visto che sono stati redatti i piani triennali di reclutamento.?